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Le mail potranno essere pubblicate, rimanendo rigorosamente anonime, per essere materiale informativo per tutti gli utenti che cercano una risposta ai loro dubbi.

ATTENZIONE: Lo scambio di lettere e risposte in questa rubrica non può in nessun modo essere considerato come alternativo a un consulto psicologico o a un trattamento psicoterapeutico. La natura di questa rubrica è in primo luogo informativa e giornalistica. 

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Scrivo questa mail per un consiglio: ho avuto un primo approccio alla mindfulness e mi ha incuriosito e favorevolmente impressionato, prima di intraprendere il percorso completo volevo fare alcune domande. Il mio problema principale e il disturbo del sonno, questo disturbo deriva principalmente dal non riuscire a togliere dalla mente le preoccupazioni anche semplici che la vita ci presenta e il pensiero costante degli impegni del giorno successivo, di non riuscire a compierli nella maniera migliore se non riesco a dormire, il tutto si tramuta con risvegli precoci, a volte anche difficolta ad addormentarmi, altri problemi conseguenti delle mie elucubrazioni sono disturbi digestivi e irritabilita’. non voglio ancora entrare nel vortice dei farmaci, anche perche’ anni fa ho gia’ intrapreso quella strada che ha prodotto effetti peggiori dei disturbi. Credo che il “qui e ora” possa essere la mia soluzione. Vi ringrazio del consiglio che mi vorrete dare.

Buongiorno e grazie per averci contattato.

In effetti si è già dato una risposta: stare nel qui e ora è un’ottimo modo per cercare di non farsi trascinare da quelle turbolenze che tutti noi abbiamo, rappresentate dal lavoro, dai problemi in famiglia, dalle nostre relazioni..

La nostra attenzione va disciplinata e la mindfulness aiuta anche in questo, e ci insegna ad essere consapevoli di ciò che accade dentro di noi, aiutandoci ad avere una relazione diversa con i penseiri che ci fanno star male, con le emozioni dolorose ecc..

se fosse interessato a partecipare a uno dei nostri corsi, ce lo faccia sapere. Facciamo dei colloqui brevi e gratuiti per conoscersi e valutare il caso specifico.

a presto!
marina ciampelli

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Salve, sono M., ho 19 anni, vorrei chiedere un consulto per un mio problema, o forse tanti messi insieme, non so, sono molto confusa! Soffro di attacchi di panico da tanti anni ormai, ci sono periodi in cui li sento di meno e altri in cui mi distruggono, non riesco a debellarli nemmeno con l’EN, ormai credo mi abbia fatto assuefazione..

La mia paura più grande è star male davanti ad altre persone e che queste persone non riescano ad aiutarmi facendo a loro volta ancora più casino; ho paura di vomitare e di svenire a terra, quindi al solo pensiero mi viene l’attacco di panico. Purtroppo per via degli attacchi di panico ho perso un anno a scuola e devo ancora finirla, sono in quinta quest’anno e ho tantissima ansia addosso, ho provato qualsiasi cura omeopatica, ma non mi ha fatto nulla, non vorrei tornare a prendere l’EN o simili, non vorrei diventarne dipendente visto che è molto facile..
Ho sempre avuto tanto da ridire sul mio fisico, ma da quest’estate non riesco a mangiare fuori con gli amici, quasi nemmeno a bere che mi viene da vomitare, anche prima di uscire non riesco a mangiare niente, se solo metto qualcosa in bocca mi si chiude lo stomaco e la voglia di rigettare è la prima cosa che mi viene, poi di conseguenza l’attacco di panico. Sono molto giù per questa mia situazione, va avanti da anni e non ce la faccio più, ho perso tutte le forze dietro di loro.. Vi chiedo un aiuto, grazie mille in anticipo per la risposta.

 

Ciao M.,
Innanzitutto stai tranquilla, per la tua situazione esistono varie soluzioni e protocolli psicologici validati, che ti permettono di riconoscere e padroneggiare il disturbo ed evitare che si scatenino gli attacchi di panico. Purtroppo farmaci come l’en perdono la loro efficacia in poco tempo perché danno assuefazione, quindi dopo un po’ non funzionano più, come hai notato. Inoltre, ricorrere al farmaco non ti permette di capire e superare le cause psicologiche alla base del tuo malessere. In pratica, il farmaco allevia ma non risolve. Un percorso di psicoterapia mirato potrebbe aiutarti ad acquisire gli strumenti adatti a gestire e superare il tuo disagio.
Ti propongo un colloquio conoscitivo e di orientamento presso il nostro studio. Da noi lavorano 10 professionisti psicoterapeuti, ognuno con una competenza specifica, che potranno aiutarti. Il primo colloquio ci serve ad inquadrare meglio il tuo problema e ad indirizzarti verso il professionista più adatto al tuo caso.
Ti lascio il mio numero, in caso volessi prendere un appuntamento.
Un saluto e a presto,

Margherita Lazzerini
Psicologa psicoterapeuta 
Tel. 3477968689

 

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Buongiorno,

sono incappata nel vostro sito cercando di capire di più riguardo alla midfulness e se possa essere uno strumento che può fare al mio caso. Premetto che non è facile spiegare la mia situazione in poche righe, ma voglio provare a farlo perchè in questo momento sto vivendo una situazione molto poco simpatica, che mi dà problemi nella vita quotidiana e sul lavoro.

 

Tanti anni fa, quando avevo 20 anni ho avuto un episodio di depressione con attacchi di panico molto forte, fui anche ricoverata per un mese in una struttura, il tutto legato a problemi di ipocondria e ad un rapporto terribile con mia madre, che c’è ancora adesso.

 

Poi mi sono ripresa e apparentemente ne sono uscita, ma negli anni da allora ho avuto continui alti e bassi, con momenti di depressione e ansia, ipocondria, insonnia, malattie psicosomatiche (e non) – mi è difficile anche poter discernere, e non ultima una grossissima difficoltà ad assumere le cure (una forte ipersensibilità alle sostanze, anche naturali, che mi hanno indotto a smettere da tempo di assumere psicofarmaci, mantenendo solo alcune gocce di rivotril per dormire la notte).

 

Questa cosa in particolare mi preoccupa abbastanza e mi succede soprattutto con le “sostanze attivanti” – anche a bassi dosaggi spesso queste sostanze mi provocano ansia, tachicardia, confusione mentale e anche forti disturbi dell’umore. Nessuno mi ha mai saputo spiegare perchè, cosi io semplicemente, di volta in volta, compro a volte dei preparati con la speranza che non mi diano effetti collaterali – in questo momento sono piena di sostanze naturali in camera mia, alcune riesco a prenderle ed altre proprio tabu e non so il perchè!!

 

Insomma, in questo momento, probabilmente in conseguenza di una grossa delusione lavorativa che ho avuto a luglio, mi ritrovo in una situazione di agitazione, insonnia, forte ipersensibilità a certe sostanze e anche alcuni disturbi neurologici come grosse difficoltà di concentrazione, memoria, lucidità mentale e non ultimi disturbi dell’equilibrio (il che mi ha indotto anche a richiedere una visita neurologica).

 

Premetto che tutta la mia vita ha una parvenza continua di precarietà – sul lavoro, sugli affetti, sulla salute – il che non aiuta affatto la mia situazione psichica ovviamente, ma il tutto sembra essere un grossissimo circolo vizioso, perchè più io cerco di uscirne anche tentando delle azioni concrete e più certi disturbi sembrano acuirsi, portandomi in certi momenti alla disperazione.

 

Quello che ne viene fuori da tutto ciò alla fine è che la mia vita a 37 anni versa in una situazione molto caotica, non riesco a mettere ordine da sola nel lavoro, negli affetti, nella mia stessa salute. Vorrei poter costruire una famiglia nel mio futuro, ma devo sicuramente prima uscire da questo tunnel.

 

Volevo sapere se nel mio caso una tecnica come la mindfulness potrebbe essere utile a rimettere ordine in tutta la mia caotica vita, magari alternata a dei periodici incontri di psicoterapia per mettere a fuoco le risposte alle principali problematiche e per valutare di volta in volta gli eventuali progressi.

 

Grazie mille della vs. risposta,

 

Saluti

 

Buongiorno S,

e grazie per averci scritto.
La sua domanda è piuttosto complessa ed è pertanto difficile darle una
risposta esauriente per mail.
La mindfulness è una pratica che aiuta a ritrovare un equilibrio
personale, fisico e psichico, attraverso la consapevolezza del momento
presente.
Richiede una pratica costante e i gruppi sono strutturati in 8 incontri
in modo che il partecipante possa sviluppare l’attitudine a praticare in
modo autonomo, oltre a sviluppare una maggior consapevolezza di sè.
rispetto alla sua particolare suscettibilità alle sostanze, non ho una
risposta definitiva.
le propongo un colloquio gratuito, breve, di circa 20 minuti, per
capire se il corso di mindfulness possa fare davvero al suo caso o, in
alternativa, una psicoterapia.
intanto la saluto cordialmente

marina ciampelli

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Buongiorno,

Sono un ragazzo di 23 anni che soffre di disturbi di ansia da circa tre
anni, ritengo che i miei disturbi siano molto somatizzati nel corpo
soprattutto nelle spalle e nella schiena.

Recentemente mi sono laureato a L., e adesso dopo aver finito il mio
percorso di studi, sono confuso in molte cose della mia vita, e la
costante tensione che ho sul corpo e il continuo flusso di pensieri mi
rende insicuro nelle mie scelte.

Da diverso tempo non ho una relazione stabile, e non ho avuto un
rapporto sessuale da circa un anno e mezzo – ho diversi sbalzi di umore,
alcuni giorni sento di potercela fare e agire per conto mio, ed altri mi
butto giù per piccolezze. Questa condizione non l’ho sempre avuta,
nonostante sia sempre stato una persona pensierosa.

Sono inoltre una persona molto creativa e sensibile, e questo disturbo
ha influenzato in maniera negativa la mia creatività e mi ha reso sempre
più timorso di provare a creare qualcosa.

La mia ansia è spesso esistenziale e di tipo ruminativo, spesso perdo la
concentrazione per piccoli dettagli e ciò mi fa sentire frustrato e al
di sotto delle mie abilità.

Circa un mese fa ho iniziato a praticare Mindfulness tramite l’app
Headspace, mi ha aiutato molto e mi sentivo meno pensieroso del solito
ed il mio corpo aveva meno tensioni, però la mia ansia continuava ad
esserci e avevo paura che stesse peggiorando. Ho smesso quindi di
praticare per vedere se i sintomi sarebbero svaniti, ed invece ho
iniziato a sentirmi ancora peggio.

I sintomi che più m’infastidiscono sono le tensioni muscolari e
l’ipersensibilità ad alcuni suoni, ed essendo un musicista, ciò mi
preoccupa. Non avevo mai avuto brutte esperienze con l’ascolto di suoni,
e adesso mi irrita parecchio.
Mi farebbe molto piacere fissare un appuntamento.
Distinti Saluti

 

Buongiorno .
Intanto grazie per averci contattato nuovamente. Rispetto alla sintomatologia da lei descritta penso sia opportuno un primo inquadramento del problema per valutare da un punto di vista clinico quell’ansia di cui le fa riferimento e di conseguenza suggerirle l’eventuale progetto terapeutico più utile per lei. Di seguito le lascio il mio numero di cellulare per poter fissare una appuntamento presso il Centro Mindfulness Firenze. 

Dott. Luca Calzolari

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Buongiorno, Dottori.
Vi scrivo per avere, se possibile, un parere di massima.
Si tratta di mio fratello, cui è stato diagnosticato da molto tempo DAG.
La situazione, con l’andare degli anni (ora ne ha 53) e l’invecchiare dei miei genitori (che lo hanno assecondato ed accudito a parer mio fin troppo), va peggiorando, oggettivamente.
Non sto a fare la storia della sua crescente irrazionalità, isolamento totale, sordità a qualsiasi tipo di consiglio (gliene vengono dati, in special modo da me – che vengo da lui contattata a ritmi medi di 20-30 telefonate e mails al giorno – in continuazione, spesso sempre uguali a se stessi…), egocentrismo e irriconoscenza (il mondo intero si deve adeguare a lui ed al di lui pensiero, gli altri sono i cattivi, se pure sei il suo zerbino assoluto 24h/24 per anni, non puoi permetterti di ribellarti – magari perché hai i tuoi problemi e non hai pazienza infinita – per mezza volta perché diventi immediatamente un essere spregevole da scansare con rabbia e rancore…).
La sua compagna lo ha lasciato l’anno scorso (è un mistero per tutti su come lei abbia resistito al suo fianco per anni), e in malo modo.
Non riesce a costruirsi un MINIMO di indipendenza; intendo dire ad esempio che è incapace di pranzare da solo, senza mammina e papino accanto….prima non era così: prima della sua relazione – che è stata totalizzante, effettivamente – andava pure in vacanza a settimane intere, da solo, aveva qualche piccolo interesse, era un minimo propositivo…..
Ha un lavoro oggettivamente invidiabile, salute fisica ottima, famiglia amorevole, mille opportunità di coltivare qualche interesse, situazione economica senza preoccupazioni, cultura molto ampia…ma non sembra apprezzare nulla di tutto ciò: rimugina da mattina a sera su stupidaggini senza importanza alcuna, e dà tutta la colpa del suo malessere alla mancanza di una donna (per inciso: quando conviveva, si sentiva ugualmente vuoto e solo, e rimuginava esattamente allo stesso modo di adesso, forse anzi di più), in un crescendo di totale (ma TOTALE!!!!!!) mancanza di un minimo di egoismo costruttivo o di attenzione al suo interesse personale.
Vabbè, non voglio dilungarmi.
Sto considerando seriamente l’idea di farmi aiutare, dato che questo carico di negatività, paura, ansia, irrazionalità scaricatomi addosso tutti i giorni sta per farmi esplodere (e peggio andrà quando dovremo affrontare degli inevitabili lutti….), e non posso assolutamente permettermelo (ho una bimba piccola: non voglio assolutamente che questa situazione intacchi anche solo minimamente la sua vita…).
Vengo al punto (come potete sicuramente immaginare, potrei scrivere un papiro, su questa faccenda): sono estremamente combattuta fra la voglia, la necessità, l’esigenza estrema di una vita serena (pur con le mille pressioni lavorative e familiari cui sono quotidianamente sottoposta, ma che gestisco con gioia classificandole come “normalità”) per me e per la mia famigliola e l’amore enorme che ho per questo fratello gentile, educato, intelligentissimo e sfortunato.
Questo bivio lacerante lo affronto ogni giorno, ogni minuto, e ad esso si sommano i sensi di colpa verso i miei anziani genitori, cui ricade in toto questa situazione, quando io provo un po’ ad allontanarmi (anche se loro sono i primi a suggerirmi di farlo, di prendere le distanze da una situazione senza redenzione né via d’uscita…).
La domanda è questa: posto che in passato ho provato io stessa a fare un po’ di psicoterapia, ma lo specialista insisteva (giustamente) “solo” sul punto di allontanarmi un minimo da mio fratello, per il mio, ma anche per il suo bene, mi domandavo se un corso di mindfulness, atto a crearmi le basi di una “corazza emotiva”, di serenità di fondo, di consapevolezza della mia forza e dei miei limiti, possa essermi d’aiuto nell’affrontare questa situazione che si sta facendo sempre più gravosa.
Grazie per avermi letta fin qui.

 

Gentile X,
Grazie per averci contattato.
Sono Marina Ciampelli, insegnante di mindfulness e responsabile dei gruppi che conduco insieme alla dott.ssa Elena Mannelli.
Lei parla di un desiderio e di una necessità di trovare serenità, sentendosi spesso in una ambivalenza di sentimenti (la voglia di lasciar andare suo fratello, i sensi di colpa successivi che la fanno tornare indietro, la rabbia per i sensi di colpa e per suo fratello che li ha generati).
La mindfulness non crea una “corazza” emotiva, anzi spesso aiuta a sentire meglio e comprendere in profondità pensieri ed emozioni che viviamo. Tuttavia ci insegna una modalità diversa di relazionarci ai nostri vissuti di sofferenza e dolore, cosi da scegliere nuove strade per il nostro benessere. In altre parole attraverso la consapevolezza potrebbe imparare a riconoscere degli automatismi mentali fonte di sofferenza, disinnescarli e riacquistare la libertà di scegliere il passo successivo, invece che reagire in modo inefficace e controproducente.
Se vuole possiamo parlarne a voce, attraverso un colloquio breve e gratuito per valutare insieme le sue aspettative a riguardo.
Cordiali saluti e
Buon proseguimento
Marina Ciampelli

 

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