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SERIE TV: quando una passione diventa malattia

L’eccessivo coinvolgimento ad una serie Tv potrebbe portare a conseguenze psicologiche importanti: il binge watching, ovvero le “abbuffate di visione”, che assumono le stesse caratteristiche di una compulsione, cioè di un disturbo psicologico, o anche il binge racing, una sfida a chi vede più episodi in 24 ore, con conseguenze psichiche da non sottovalutare.

 – “Usciamo a cena?”

– “No, sono a metà della mia serie preferita, per un altro paio di settimane non metto il naso fuori di casa”.

L’assetto tipico è questo: pigiama, tisana in mano e plaid sulle gambe, rigorosamente sdraiati sul divano. Siamo tutti tornati un po’ adolescenti da quando sono uscite le smart tv ed i canali dedicati a serie e cinema.

Ma perchè le serie tv hanno la capacità di tenerci incollati allo schermo e talvolta finiscono per creare in noi dipendenza? La prima risposta è che sono create apposta per questo: ogni puntata lascia inconclusa la trama e anzi, solitamente termina con la brusca sospensione di qualcosa, il cosiddetto “cliffhanger”, che crea suspence e ci induce ad aver bisogno di sapere subito come va a finire.

Una seconda risposta potrebbe essere che, in tante ore di film, il regista e lo sceneggiatore hanno a disposizione una notevole ampiezza narrativa che ci fa entrare talmente tanto dentro i personaggi, descrivendoceli nei particolari e facendoci conoscere le sfaccettature più intime della loro personalità, da creare un reale attaccamento a loro, alle loro vicissitudini ed una sintonizzazione emotiva sulle loro identità; quando una stagione termina e non è ancora disponibile la successiva, ci mancano!

 Il fatto che ci ritroviamo a guardare puntate su puntate di una serie potrebbe portare a conseguenze psicologiche importanti: il binge watching, ovvero le “abbuffate di visione”, cioé guardare continuativamente  più episodi, per ore ed ore, assume le stesse caratteristiche di una compulsione o di un impulso irrefrenabile, cioè di un disturbo psicologico. Il binge watching è un fenomeno sempre più frequente anche in Italia, ma potrebbe comportare seri rischi per la salute: in primis, spesso si associa a disturbi del sonno. Una persona che sta davanti allo schermo per ore viene continuamente sollecitata a livello cerebrale  tramite stimoli visivi ed uditivi che non permettono al cervello di stancarsi e produrre le onde che accompagnano all’addormentamento.

Inoltre, la visione continuativa della televisione porta a una vita sedentaria e ad uno stile di vita troppo passivo che può aumentare le probabilità di infarto, di obesità, disturbi della vista e difficoltà relazionali. D’altro canto, è anche vero che, se riusciamo per una volta a mettere in pausa la nostra serie ed uscire per una pizza con gli amici, è molto probabile che gli argomenti che tratteremo a tavola non saranno più i ragazzi, le arrabbiature del capo ed il pettegolezzo sull’amica, ma verteranno sulle trame, sulle sorprese e sulle scommesse di come andrà a finire quella stagione. Se non vedi una serie, sei “out”. Se la vedi, sei troppo “in”, nel senso che esci poco e limiti la tua vita sociale. Ma allora le serie sono un problema o no?

 Potremmo rispondere che lo sono nel momento in cui l’eccessivo attaccamento alla tv incide sul tempo e sulla qualità del lavoro, delle relazioni, del tempo libero e della famiglia. Come dire, oltre a bere e a guidare, guarda anche le serie tv responsabilmente.

Chi ha poco in mente questo concetto sono i binge racers, cioè persone che si sfidano a vedere il maggior numero di episodi di una serie in 24 ore. Secondo una delle più famose piattaforme di serie tv, i binge racers sarebbero più di 8 milioni e questo fenomeno è aumentato di 20 volte tra il 2013 ed il 2016. Sembra che alla base di questo comportamento compulsivo ci siano la ricerca di soddisfazione narcisistica (per quanto fine a se stessa e ascopica).di essere il primo a finire una serie. Questo annientamento (per dirlo con il titolo di un film molto sponsorizzato sulla piattaforma) della vita sociale e delle funzioni alte dell’intelletto umano dovrà pure portare a qualcosa di vantaggioso. Insomma, che si vince se abbiamo il merito indiscusso di terminare in 24 ore una serie?

Ebbene, si vincono i “patch”, ovvero  una sorta di ricompensa virtuale che attesta che ti sei fatto una bella abbuffata di tv, più grossa e prima degli altri. Complimenti vivissimi!  Le mie funzioni vitali potrebbero anche ridursi a quelle di un vegetale, potrei avere meno amici, abbandonare i miei interessi, diventare ciccione, dedicarmi meno al lavoro, ma avrò comunque più “bollini” degli altri. Sono soddisfazioni.

E’ evidente che i patch incentivano un comportamento disfunzionale e pericoloso che si sta allargando a macchia d’olio.

Per valutare la salute psichica di un individuo si fa riferimento al suo funzionamento sociale, familiare, lavorativo. Guardare la TV in modo compulsivo non rientra tra i comportamenti che favoriscono la nostra salute mentale.

Per fortuna sta per uscire una serie sensazionale, creata su misura per ognuno di noi, diversa da tv a tv, da puntata a puntata. Si chiama VITA, mi sa che i patch di questa provo a  collezionarli anch’io stavolta.

 

A cura della Dr.ssa Margherita Lazzerini

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