Centro Mindfulness Firenze
Close
Cos’è la Mindfulness oggi

Cos’è la Mindfulness Oggi

Proviamo a apire insieme cosa è la Mindfulness oggi.

Provate a digitare su Google “Mindfulness”: circa 123.000.000 risultati. Questo è quello che viene fuori, almeno a oggi.

Quando ho cominciato a praticarla (2008) non la conosceva quasi nessuno. Sicuramente c’erano tante forme di meditazione, ma la meditazione è solo una parte della Mindfulness. E siccome quando tutti parlano di qualcosa ne possono uscire tante versioni diverse, con significati anche non del tutto corretti, mi sento di potervi raccontare qualcosa sulla Mindfulness che aiuti a capire.

Partiamo dal Cos’è la Mindfulness.

Cos’è la Mindfulness.

Per mindfulness si intende una qualità di presenza mentale che emerge quando portiamo l’attenzione all’esperienza del momento presente. Per esempio: adesso, in questo momento, come sto, cosa sento, nel corpo, nelle emozioni, nella mente?

Questa parte può sembrare semplice e immediata. Ma mindfulness non è solo questo.

Quando portiamo l’attenzione all’esperienza del momento presente lo fa

mindful living presso centro mindfulness firenze

mindful living, vivere con consapevolezza

cciamo anche con un atteggiamento intenzionale e non giudicante.

Perché serve l’intenzionalità a rivolgersi al momento presente? Perché la mente è sempre lanciata nel futuro e nel passato e non le piace stare “solo” a sentire il corpo, le emozioni che la attraversano in questo momento. Si annoia o ha paura e quindi preferisce buttarsi in altri tempi e luoghi diversi dal qui e ora (per esempio cosa mangerò a pranzo o come sono stata bene ieri con quell’amica).

E siccome il far questo non piace granchè alla nostra mente, è davvero importante che questo rivolgerci a noi stessi sia fatto con un atteggiamento di gentilezza e apertura, non critico, cercando davvero di accogliere qualsiasi cosa arrivi anche e soprattutto, quello che non ci piace.

Praticando questa forma di consapevolezza (Awareness o mindfulness) momento dopo momento impariamo a coltivare un incontro con noi stessi di apertura e gentilezza che può essere anche molto curativa.

La nostra sofferenza, infatti, è fatta da due componenti: una è la sofferenza di ciò che ci capita: un dolore alla schiena o una emozione dolorosa di paura, tristezza ecc. L’altra componente, però, è data da ciò che noi aggiungiamo, senza saperlo, alla sofferenza stessa, aggiungendo dei pensieri di dolore (“non ci riuscirò mai” “sono inutile” “rimmarrò solo” “non piacerò” “sono troppo spaventato” ecc ecc) a cui la mente crede fermamente e non mette mai in discussione.

Allenandoci alla consapevolezza impariamo gradualmente che può esserci un’altra prospettiva che non ha a che fare con ciò che pensiamo di noi, le nostre aspettative su noi stessi e gli altri, ma ha a che  fare con l’esperienza diretta di ciò che stiamo vivendo e che può quindi liberarsi da questo secondo sovraccarico di sofferenza.

Tutti noi abbiamo delle aspettative su noi stessi, per esempio su come dovremmo essere, apparire, quello che dovremmo raggiungere, ed è per questo che rischiamo di andare dietro a questi “giudizi” senza mai tornare verso il vero ascolto del nostro sentire, di quella dimensione che dà spazio ai nostri bisogni più profondi e vitali e decisamente connessi col benessere.

In altre parole mindfulness è la consapevolezza che nasce dal portare attenzione al momento presente e ci rimette in contatto col nostro sentire, con la nostra intimità, aprendoci gli occhi sull’esperienza che stiamo vivendo.

È un po’ come tornare bambini, coltivando la mente del principiante colui cioè che sperimenta le cose per la prima volta, che sono in grado di ripetere lo stesso gioco all’infinito perché non hanno aspettative: per loro è davvero sempre la prima volta.

Perché un corso di Mindfulness quindi?

Perchè nella nostra società siamo sempre più risucchiati dal fare, dalle aspe

 

ttative, dalle paure e siamo, così, sempre disconnessi da noi stessi. Il corso ci aiuta a trovare la via per riconnetterci al momento presente, fermarci nel qui e ora, e “godere di quello che c’è”, apprezzandolo così com’è.

Praticare la mindfulness serve quindi a ritrovare una via per un benessere autentico, che non ha a che vedere con l’eliminare la sofferenza (e come potremmo??) ma con il vivere in una relazione migliore con noi stessi e la nostra personale sofferenza.

Tutto questo è possibile attraverso una riconnessione con il nostro corpo. Avete presente quelle volte in cui ci si sente perfettamente integri, a posto con se stessi, completamente a nostro agio dove siamo, come siamo? In realtà non è più un’esperienza così frequente nella nostra società. Però forse l’abbiamo sperimentato. E questo non significa che dobbiamo imparare a fare il vuoto mentale. Purtroppo alcune discipline di yoga o meditazione danno questo messaggio, ed è sbagliato. Se dai un comando alla mente, questa invece di seguirlo (“Rilassati!” “Dormi!”) piuttosto si attiva. Perciò ogni volta che abbiamo un obiettivo, una aspettativa (“Mi devo rilassare, devo fare il vuoto mentale”) è molto probabile che questa verrà clamorosamente disattesa.

Non è possibile intenzionalmente fare il vuoto mentale.

 

Il padre è Jon Kabat-Zinn: biologo molecolare che ha portato la sua passione e conoscenza delle pratiche contemplative al servizio della Medicina Tradizionale.

Sicuramente non ha inventato la Meditazione, ma l’ha usata per creare il Programma MBSR (Mindfulness-based Stress Reduction) nel 1979 a Boston.

La sua passione, unita al fatto che egli sosteneva la loro potenzialità curativa e trasformativa, l’ha spinto a far avvicinare il mondo delle pratiche meditative (rappresentato in prima persona da sua santità Il Dalai Lama e dai monaci e Lama suoi discepoli) con il mondo delle neuroscienze, rappresentato dai più grandi neuroscienziati al mondo (Richard Davidson, Daniel Goleman, Dan

 Siegel e altri): oggi c’è una mole di studi scientifici, in continuo aumento, in grado di dimostrare delle evidenze scientifiche stupefacenti: il cervello cambia e si trasforma, riuscendo a modulare le vie deputate alla gestione delle emozioni negative (ansia, rabbia, tristezza, colpa, vergogna).

Perché allora non prendere in mano la responsabilità per il proprio benessere  e cominciare  praticare?

È questa la medicina partecipativa, che mette in primo piano la persona, capace di in qualche misura “auto curarsi” (non rinneghiamo la medicina tradizionale, quella è la base della medicina moderna!)

In questa ottica la pratica della mindfulness dovrebbe essere davvero insegnata a tutti, a partire proprio dai bambini, che possano diventare così consapevoli delle proprie emozioni e maggiormente in grado di gestirle.

E naturlamente è utile agli adulti, a chi soffre e anche a chi sente di stare bene, a chi ha difficoltà sul lavoro o di relazione, a chi si sente in gabbia, triste o annoiato. E, per esperienza personale, alle donne e alle coppie che hanno problemi di fertilità, problemi che danno un livello di stress pari alla diagnosi di una malattia grave. Per questo motivo, e per il fatto che la mia storia personale mi ha po

rtato a vivere in prima persona questa sofferenza, mi sono dedicata all’aiuto delle donne e delle coppie che hanno una storia di infertilità, sviluppando un programma specifico per loro. È nato così il PMF Programma Mindfulness per la fertilità, sul quale ho scritto anche un libro “Volere un figlio. Il programma Mindfulness per la Fertilità” Ed. Maddali Bruni Firenze 2017.

 

Per info sui corsi di Mindfulness leggi qui

 

Dr.ssa Marina Ciampelli

Psichiatra, Psicoterapeuta, Insegnante qualificata Mindfulness MBSR

www.mindfulnessfirenze.it

mindfulnessfirenze@gmail.com

 

Chiamaci

Vieni a trovarci